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La storia della Canapa

Aggiornamento: 26 mar

CBD, THC, canapa, marijuana sono termini ben conosciuti da tutte le persone che operano nel settore. Ma un occhio esterno ne conosce il vero significato e tutte le differenze esistenti? Scopriamolo insieme.


Le origini della Canapa

pianta di canapa industriale

La storia della canapa risale ad alcune migliaia di anni fa e fu una delle prime piante a essere coltivata per scopi diversi da quello alimentare.

Nella cultura cinese la canapa era vista inizialmente come un simbolo religioso e solo successivamente utilizzata come base per materiali.

Secoli dopo, la canapa si diffuse anche in Occidente, in modo particolare venne sfruttata per redigere i più importanti documenti della nostra civiltà, come la Dichiarazione d’indipendenza degli Stati Uniti d’America e la Bibbia di Gutenberg.


Intorno al 1200 la canapa approda in Europa e viene impiegata per la manifattura di vele e cordami indispensabili per l’economia di quel periodo; l’Italia risulta essere una tra i primi produttori di canapa al mondo e il maggior produttore di articoli nautici.


La canapa non è solo utilizzata come fibra per i tessuti, ma possiede anche delle grandissime proprietà medicinali che vengono scoperte nel 1800. È proprio in questo secolo, nel 1839, che un chirurgo di nome William Brooke O’Shaughnessy introdusse la cannabis nell’elenco dei farmaci e dei supplementi alimentari. Meno di un secolo dopo, la canapa verrà dichiarata illegale.

Le proprietà medicinali della cannabis erano già note nel periodo antecedente a Cristo in Cina; l’imperatore cinese Shen Nung, nel 2737 a.C. scrisse un trattato di farmacologia ove faceva riferimento alla cannabis. In modo particolare, veniva utilizzata per curare disordini femminili, gotta, reumatismi, malaria, stipsi e debolezza mentale.

Anche gli Egizi avevano appreso il grande potere curativo della cannabis e la utilizzavano per curare gli occhi irritati.


CBD e THC: facciamo chiarezza


Il THC e il CBD vengono scoperti negli anni 60 dal chimico Raphael Mechoulam, il quale insieme alla sua equipe ne isola e determina la struttura. Entrambe le sostanze sono composte da carbonio, idrogeno e ossigeno in quantità identiche, quello che cambia è la disposizione degli atomi nello spazio.

Facendo riferimento a questa distinzione, è doveroso distinguere anche la canapa dalla marijuana. Molto spesso, per ignoranza, si utilizzano questi due termini come sinonimi ma la differenza c’è ed è corretto sottolinearla.

La marijuana ha un livello di THC compreso tra il 5 e il 25 per cento, la canapa ne contiene una quantità trascurabile di solito inferiore allo 0,5 per cento.

Le due piante differiscono anche nell’aspetto, infatti la canapa è molto più alta (da 3 a 3,5 metri) rispetto alla marijuana che in genere non supera il metro e mezzo.

Un’altra differenza è che la piante di marijuana si sviluppano “in fuori” in quanto tendono a essere più cespugliose e folte e devono essere ampiamente distanziate per permettere alla luce del sole di penetrare e raggiungere facilmente i fiori.

Le piante della canapa variano di dimensione e riflettono le condizioni ambientali, Alcune presentano un fusto sottile, altre più spesso con vegetazione scarsa. La distanza dipende dal tipo di prodotto che si vuole ottenere, se semi, fibre o infiorescenze. Nel primo caso sono molto vicine tra loro, nel secondo e nel terzo vengono disposte più distanziate per permettere un assorbimento migliore della luce solare.


molecola di THC vs molecola di CBD

Benefici del CBD

bottiglietta di olio CBD e i suoi usi

Come abbiamo appreso, il CBD differisce dal THC sia come struttura chimica sia come proprietà e benefici per l’essere umano.

Il CBD o Cannabiolo, viene isolato per la prima volta nel 1940 e si scopre che non si tratta di una sostanza psicoattiva.

Si è scoperto che il CBD interagisce direttamente con il corpo umano attraverso i recettori, che sono di due tipi: CB1 in grado di regolare le funzioni del sistema nervoso, e CB2 che permette il corretto funzionamento del sistema immunitario.

Facciamo un passo indietro; il nostro corpo è costituito da una rete di recettori in grado di interagire con i cannabinoidi. Quest’ultimi possono essere prodotti direttamente dall’organismo (endocannabinoidi) oppure provenire dall’esterno (fitocannabinoidi). Tutta queste rete è conosciuta come sistema endocannabinoide (ECS).

Più semplicemente quando un trauma o una patologia alterano il sistema endocannabinoide, entra il gioco il CBD, che una volta assorbito dal sangue dà l’informazione al sistema di ripristinare l’equilibrio originario.


Il Cannabidiolo è un fitocannabinoide che si lega ai recettori presenti nel nostro corpo e possiede molteplici proprietà terapeutiche:

  • Antinfiammatorio

  • Analgesico

  • Muscolo rilassante

  • Antidepressivo

  • Ansiolitico

  • Antiemetico

  • Anticonvulsionante

  • Neuroprotettivo

  • Antipsicotico

Non sappiamo ancora se il CBD possa essere in qualche modo utile per combattere il cancro, ma possiamo affermare che dona sollievo dal dolore, nausea, ansia e attenua gli effetti collaterali della chemioterapia.


Abbiamo compreso che il CBD ha un potere calmante e rilassante in quanto limita la produzione dell’ormone definito dello stress: il cortisolo, riportando il sistema endocannabinoide all’origine.

Oltre a questa sua capacità di riportare l’equilibro interno all’organismo, il cannabidiolo è altresì in grado di agevolare la concentrazione, migliorare l’umore e diminuire la percezione del dolore.

Possiamo dunque affermare che questa sostanza interagisce positivamente anche su diverse aree del cervello, con effetti benefici in tutto il resto del corpo.


La storia millenaria della canapa è testimone del suo straordinario impatto sulla società umana, e continua a essere una fonte di ispirazione per il suo potenziale nel plasmare il nostro futuro sostenibile e benessere generale.





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